fbpx

-un passo- tratto da GIOIA di Rosita D’Esposito

Da bambina, Gioia amava stare con suo padre. Ai suoi occhi lui era invincibile, lo vedeva forte e bello, lo guardava innamorata. Era la sua principessa, si sentiva al sicuro con lui che l’avrebbe difesa sempre e non le sarebbe mai accaduto nulla di brutto.

Ora gli sembrava un altro, un uomo sgarbato, irascibile, distaccato e sempre arrabbiato.

Si chiedeva continuamente cosa stesse accadendo al suo principe. Cosa era cambiato in lui, perché era sempre nervoso, perché maltrattava la mamma se doveva proteggerla… lui era un eroe!

No, purtroppo non lo era più.

Adriana lo difendeva sempre, lo giustificava perché era stanco, il lavoro era pesante, aveva tante responsabilità, era stressato e poteva capitare che…

E sì, sua madre non si lamentava mai, continuava a dire che Mattia era l’unica sua ragione di vita e senza di lui non avrebbe potuto vivere.

Era ossessionato dalla gelosia lui, Adriana aveva dei bellissimi capelli neri molto lunghi, era formosa e gli uomini per strada la guardavano, anche se lei evitava ogni tipo di contatto, si irrigidiva anche di fronte ai complimenti, si imbarazzava perché sapeva che lui avrebbe pensato che per riceverli si era fatta notare. Conosceva bene il suo uomo e anche lei ne aveva paura. 

Qualche volta metteva il rossetto ed era molto bella quando lo faceva, Gioia la guardava con orgoglio ma se lui la vedeva era la fine. Le diceva delle cose molto brutte, non ricordava bene le parole che usava ma anche se era una bambina capiva che erano delle offese, dopo le porgeva un tovagliolo e le diceva di toglierlo; era  una violenza quella che  le faceva, una mancanza di rispetto, era come dirle di camminare scalza o senza vestiti, il rossetto la rendeva bella e allora doveva essere brutta perché così non l’avrebbero guardata.

Gioia per questo non si era mai truccata.