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marzo

Rosalba Rotondo, il coraggio di una dirigente

Articolo libro “Dentro una borsetta” di Francesca Grassi

a cura di Francesca Ghiribelli

Dal libro di successo per Atile Edizioni “Dentro una borsetta” di Francesca Grassi, in questo articolo prendiamo in esame il mese di marzo. Già, il libro dedica ogni mese a un volto femminile diverso. La borsetta è il filo comune che lega tutte queste donne lungo il percorso della vita.

Il mese di marzo quindi vede protagonista Rosalba Rotondo. Classe 1958, ha conseguito la maturità classica con il massimo dei voti, poi ha frequentato l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” ottenendo una laurea in Lettere con 110 e Lode. Ha l’abilitazione all’insegnamento di Filosofia e Storia nei licei. Nella Scuola Secondaria di I grado ha vinto il concorso a cattedra per le discipline linguistico-letterarie nazionali con la massima votazione. Ha ricoperto il ruolo come insegnante a Scampia all’Istituto “Ilaria Alpi – Carlo Levi”, qui ha assunto anche la carica di dirigente scolastico per un servizio di quarant’anni svolto nello stesso territorio e istituto. Nel 2022 ha ricevuto dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, il “Premio Paolo Borsellino”, prestigioso riconoscimento per il suo impegno quarantennale a Scampia contro la criminalità organizzata. Proprio in ricorrenza del 30esimo anniversario dell’eccidio del giudice e della sua scorta. Nei suoi 40 anni di vita la Rotondo ha scoperto la sua vera vocazione di educatrice, dirigente e docente per bambine e bambini, ragazze e ragazzi di etnia Rom. Si intende figli di tutte le fasce in sofferenza a Scampia, mancanti di istruzione, lavoro, di sostanziali diritti e di un’identità culturale legalitaria. La Rotondo ha elaborato, inoltre, anche varie sperimentazioni e sistemi di soluzioni innovative per contrastare la dispersione scolastica e il bullismo. Un valido programma per assicurare accoglienza e successo formativo a tutti gli allievi. Rosalba Rotondo, inoltre, ha istituito nell’Alpi-Levi, unica scuola di Napoli di I fascia come istituto comprensivo, laboratori all’avanguardia per incentivare percorsi formativi, sviluppare talenti per il proseguimento degli studi superiori e per il perseguimento di micro startup. Fra queste da ricordare la Fashion Academy, la Wedding Factory, l’Alpi-Levi Chorus and Orchestra, la Scuola di Cinema partecipando alla Biennale del Cinema di Venezia nel 2019 e il Polisportivo Funzionale “Ciro Esposito”.

La Rotondo è una donna che ama la scrittura, la danza e la musica. Con le sue opere narrative e testi di canzoni ha ottenuto vari importanti riconoscimenti nazionali, tra cui menzioni speciali. I più famosi da menzionare sono “Premio Giacomo Leopardi” dal Comitato Organizzatore di Recanati, “Premio Essere donna”, ricevuto dalle mani della scrittrice Maria Luisa Spaziani e “Premio Dirigente Innovatore” dalla Fondazione Mondo Digitale di Tullio De Mauro.

Ma Rosalba non si ferma mai, e anche nella diffusione e pratica dei diritti e dei doveri, nel 2010 ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dall’allora Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini il Premio nazionale “Liberi, onesti e coraggiosi”, nel ruolo di dirigente scolastico. Nel 2020 è stata insignita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dell’onorificenza di Commendatore Ordine al Merito della Repubblica italiana. Questo premio per la sua linea di contrasto alla devianza giovanile, alla criminalità organizzata, alla miseria e nella fattiva costruzione di un percorso di reale inclusione sociale e culturale. Ma in dedica anche alla sua opera di tutela per la popolazione Rom e di antidiscriminazione razziale verso le donne. Tutto ciò nell’ambito di un territorio difficile come Scampia e in Italia. Altri ruoli rivestiti dalla Rotondo sono anche quelli di relatrice in vari convegni a livello nazionale con il traguardo del recupero dei ragazzi a rischio e di tutti coloro che necessitano di bisogni educativi speciali. La Rotondo è anche partner dell’Ente di formazione “ImparaDigitale”, avendo effettuato ricerche in ambito del Management dirigenziale e delle Scienze dell’Educazione. Fulcro del dibattito è l’innesto metodologico tra fondamenti filosofico-valoriali umanistici, etica e uso legalitario delle tecnologie. Infine, è anche Project Manager di tutte le progettualità svolte nell’Istituto Alpi Levi di Scampia che dirige. Si intende di tutti i Piani Operativi Nazionali FSE e FESR con i fondi europei, per la compensazione e lo sviluppo delle competenze degli allievi, e di tutto l’impianto del PNRR, progettando vari percorsi di formazione per i docenti a carattere soprattutto sperimentale.

Francesca Grassi, autrice del libro “Dentro una borsetta”, appena è arrivata all’Istituto Alpi Levi di Scampia per incontrare la Rotondo, ha avuto come l’impressione di entrare in un film. Immagini di ragazzi, dalla vita stroncata troppo presto per banali motivi e anche l’istantanea delle sbarre di ferro a protezione delle porte d’ingresso le sono rimaste impresse. Incontrando la dirigente scolastica Rosalba Rotondo, ha trovato i suoi occhi pieni di luce, un atteggiamento materno, movimenti aggraziati e docili. Una fata buona nel suo paese dei balocchi. Sì, perché il suo studio è pieno di fiori, peluche, biglietti di ringraziamento, dediche e dolci. Una donna pervasa da semplicità e rispetto.

Rosalba definisce le esperienze di vita avute un costante lavoro introspettivo di miglioramento interiore. Anzi, con il tempo ha compreso meglio che la sua indole è quella di esplorare persone, situazioni, sentimenti e stati d’animo, andando oltre l’apparenza. Nelle persone bisogna carpire i lati più profondi, anche quelli che sembrano impossibili da scovare. La Rotondo afferma di non volersi cristallizzare sugli stereotipi, sarebbe solo un modo per limitare e ridurre ciò che si può cogliere di straordinario in ogni essere umano. La cosa essenziale sarebbe mantenere sempre la curiosità di una bambina per ogni ricerca da effettuare nell’arco della vita. Nella domanda che la Grassi le pone sulla sua consapevolezza di se stessa e su come riesca a conoscersi personalmente, la Rotondo risponde che lei usa il desiderio d’infinito, basandosi su spiritualità, meditazione, pure idealità e bellezza poetica. Ma soprattutto utilizza anche la ricerca della verità per giungere all’abbraccio con l’universo. La Rotondo, alla scelta del mese dell’anno che più le appartiene, opta per marzo, visto che è nata il 4 dello stesso mese, proprio come il grande artista Lucio Dalla e un giorno prima del mitico Lucio Battisti. Si rispecchia in marzo, anche perché la sua natura è un po’ pazzerella: si va dal sole alla pioggia, dal freddo al calore, dal vento all’afa. Dentro, Rosalba Rotondo cela opposte personalità e differenti nature esistenziali: creativa/razionale, spirituale/irrazionale, ma anche una calma riflessiva e determinazione nelle scelte e azioni. Rosalba è sia tranquilla che rabbiosa, impulsiva e ragionevole al contempo, passa dal sentimento all’obiettività delle cose. Ma non ama definirsi né pazzerella né lunatica, la giusta definizione della sua natura è quella del film “Nata di marzo”, perché da questa pellicola traspare la freschezza dei sentimenti, dell’anima, del cuore e delle emozioni. 

Affrontando l’argomento di affermazione sociale e personale da parte delle donne, la Rotondo afferma che non si deve parlare di donne in generale, ma va valutato caso per caso. C’è donna e donna. Ad esempio per le quote rosa vale l’idea che una donna sia considerata e apprezzata per lo più sul criterio del genere e non su quello di individualità e valore della persona. Anche la Festa della donna non andrebbe ricordata una volta all’anno, bensì 365 giorni l’anno. Se si pensa bene al fatto che non esista una festa dell’uomo, vuol dire che la donna è ritenuta da sempre un essere inferiore. Da un alto c’è anche da constatare che molte donne non sanno autogestirsi, anche se rivestono ruoli paritari con il sesso maschile. Se tutte le donne riuscissero ad affrontare ogni situazione da sole, non dovrebbero sempre rivolgersi a uomo oppure non dovrebbero sempre rassegnarsi assicurandosi una presenza maschile. Non sempre le donne scelgono liberamente di avere un uomo accanto, anzi molto spesso è una sorta di forzatura, che porta anche dolorose conseguenze.

Per quanto riguarda la tematica della moda, la Rotondo risponde che spesso la moda è cosa fatta apposta per adolescenti o per chi necessita di riconoscersi in un branco. Un modo per sentirsi rassicurati nella condivisione di tutto ciò che accomuna. Anche la stessa Rotondo negli anni Settanta seguiva le tendenze, dagli hot pant ai maxi cappotti, però restando molto selettiva. Alla fine, insomma, faceva con la sua testa. Di giorno indossava la divisa della scuola di suore, tipo college. Doveva piacere a se stessa, senza andare alla ricerca di gratificazioni e riconoscimenti. Definisce lo stile che la contraddistingue un classico retrò con un pizzico di glamour. Il suo guardaroba fa collezione di capi in bianco e nero, che assicurano eleganza e al contempo distinzione, e ha sempre prediletto lo stile “geghegè” portato in alto da Rita Pavone. La Rotondo, inoltre, ama le creazioni eleganti e distinte e le grandi sfilate dal vivo. Predilige il tocco di Chanel: eleganza e sobrietà insieme a un inconfondibile glamour.

La Rotondo alla domanda su quale tipo di borsa vorrebbe essere, risponde che vorrebbe essere una handbag anni Cinquanta dalla base a trapezio e la serratura di metallo a scatto chiusa da un bottone gioiello. Rosalba la immagina bianca o nera da mattino e da pomeriggio/sera, adattata a un vestito dell’epoca vaporoso a foggia longuette con una sottogonna effetto nuvola. Al momento dell’intervista, la Rotondo dice di portare una borsa retrò, proprio d’epoca. Dice di aver acquistato la borsa a un mercato pubblico in cui si vendono borse antiche rigenerate. Il colore è nero, è di pelle martellata, manico a presa, forma rettangolare, aggraffata al centro e ricurva ai lati della chiusura a scatto in metallo a intarsio traforato, come in un abbraccio argenteo.

All’interno della borsa metterebbe tutto l’Universo. Ma anche tutti i suoi cari consanguinei e i suoi amici. Tutti coloro che hanno segnato la sua vita con amore e gioia, anche le persone che si trovano in Paradiso. La Rotondo non è sposata e non ha un partner e quindi metterebbe dentro la sua borsetta le cosiddette “amicizie amorose”, ma anche i più cari amici con cui ha affinità elettive e quindi relazioni intellettuali profonde. Condivisione di stessi sentimenti e valori, ma anche intese spirituali e passioni romantiche. Autentica amicizia al di là della fisicità. Ci metterebbe anche il suo Angelo Custode, lo sente sempre accanto a lei, e desidererebbe trovare dentro la sua borsa fasci di luce potente ed enormi ali piumate a sfiorarle il viso. Un possente candore celestiale, come dire. Includerebbe anche la sua Maiori che ogni estate la accoglie incastonata in uno squarcio di costiera amalfitana. Poi aggiungerebbe la cappella e il giardino della sua scuola, la Santa Giovanna d’Arco, i suoi rifugi da bambina e da adolescente.

La Rotondo, inoltre, è felice di essere donna per ragioni genetiche e non solo. Dall’altra sarebbe ugualmente felice se rinascesse uomo. Infatti, lei crede fermamente che le condizioni di grazia siano determinate dal termine felicità e che non dipendano di certo dall’identità di genere. Rosalba è felice del fatto di essere in pace con se stessa e con chi le è accanto nella vita privata e nel lavoro. L’importante però non è andare sempre d’accordo, ma la base sta nel riconciliarsi a livello umano. La pacificazione nel riconciliarsi si può sentire sia essendo uomo che donna. Tutto ciò che la rende felice sono le piccole soddisfazioni: le persone care, la scrittura, la musica, l’amore per la natura, le amicizie appassionate, il suo lavoro.

Alla domanda della Grassi sulle donne di oggi, la Rotondo risponde che le ragazze odierne non devono omologarsi mai a formule precostituite. Non devono restare incollate ai social e legate a futilità. Per poter diventare una donna autonoma in tutto e per tutto, la donna di oggi deve puntare sull’amore che fa miracoli. Bisogna innamorarsi prima dell’amore e poi innamorarsi di chi ci fa battere il cuore per un’emozione. Di non sottomettersi alla mentalità attuale relativa ai sensi liberi e liberati, bensì conservando il senso del pudore. Molti adolescenti non devono bruciare le tappe imposte dalla vita per maturare prima percorsi di scelte consapevoli. Inoltre, Rosalba consiglia di praticare una vita di sentimenti religiosi, o meglio un rapporto confidenziale con il soprannaturale rispettando ogni prescrizione della propria religione confessionale. Suggerisce alle donne di oggi anche di non puntare sulla bellezza esteriore, ma semmai diventare capolavori di interiorità. Qualcosa che possa smuovere un desiderio smisurato ed eterno di cultura. Ma anche la ricerca di un lavoro secondo le proprie ispirazioni, voglia di autonomia e di autogestione per riuscire a vivere da sole tutta la vita.

L’affermazione della Grassi sul ritenere Rosalba una persona speciale, fa sorridere quest’ultima con soddisfazione e riconoscenza. Fa anche ricordare alla Rotondo il pensiero di Dante Alighieri sulla piccola intermedia differenza tra presunzione e modestia. Non si deve cercare un personale compiacimento nel sentirsi speciali, altrimenti è presunzione, ma si deve ricercare un input sempre in tutto quello che si fa. Un modo per migliorarsi e condividere eventuali risultati positivi con chi ci ha aiutato a raggiungerli. Per questo, Rosalba più che ritenersi speciale è consapevole di aver fatto scelte speciali fino a essere giunta all’autorealizzazione suprema di se stessa. La vita della Rotondo è sempre all’insegna di quelle piccole, ma grandi gioie. Lei le definisce scelte speciali di vita controcorrente, senza rinunciare alla genuinità dei suoi sentimenti e ai valori del proprio credo religioso, soprattutto a livello esistenziale e non solo confessionale. La Rotondo non ha mai permesso alla ragione di prendere il sopravvento sul cuore. Lei ha fatto scelte speciali anche sul lavoro, pur di riuscire in generale in una efficace gestione dei suoi obiettivi. Rosalba è fiera di operare da docente, educatore e dirigente scolastico. Definisce la sua un’autentica vocazione per aiutare chi è in forte disagio e difficoltà, insegnando a chiunque gli strumenti per difendere la propria dignità. Le sue sono anche scelte speciali di vita, di creatività, d’amore appassionato e di idealismo puro.

Rosalba Rotolo, infine, racconta anche la sua storia personale. La sua storia di bambina impossibilitata a venire al mondo, ma venuta alla luce per il forte volere di Dio. Ricorda ancora suo padre, che prima di lei, avendo già avuto due figlie da sua madre, desiderava fortemente un figlio maschio che potesse intraprendere la carriera militare, che lui purtroppo aveva potuto realizzare solo a metà, causa la guerra. Il suo fisico filiforme ha permesso a Rosalba la passione per il candore del tulle dei tutù. Il suo amore per la danza classica e per il grande mito di Carla Fracci sono profondi. Ma anche per ogni genere di ballo, tutti quegli degli anni Sessanta: shake, twist, surf e geghegè. Fin da piccola trova il tempo per leggere tantissimo, recitare poesie e cantare un repertorio di gran livello. Forse un figlio maschio non sarebbe stato così capace di fare tante cose. Rosalba si è presa cura fino alla fine di entrambi i genitori gravemente ammalati. Si definisce quasi un disegno provvidenziale, il vettore di una missione, se ripercorre la sua vita a ritroso. Ma la sua vocazione lavorativa l’ha scoperta grazie al maestro Alberto Manzi della trasmissione “Non è mai troppo tardi”. Da lì ha capito di voler fare l’insegnante, ma non ha mai riposto del tutto i suoi tutù, anzi li ha indossati nel tempo libero inventando coreografie insegnate poi alle sue alunne. Più di tutto, però ha scoperto la sua vocazione autentica: insegnare agli ultimi, in primis ai Rom, restando per sempre con loro. Insomma, l’esperienza più bella illuminando la sua esistenza di un grande significato fatto di lucente pienezza come persona ed educatrice per l’eternità. La Rotondo ha definito l’intervista della Grassi una bella palestra di esercizi di autoriflessività. A volte, è utile guardarsi allo specchio uscendo dal proprio corpo per osservarsi e capire meglio se stessi. Una sorta di esame di coscienza. Rosalba, inoltre, rivela di possedere origini discendenti dagli antichi albanesi, gli Arbresh, da parte paterna. Grazie a queste origini ha preso anche un lato fortemente creativo, la predisposizione a risolvere i problemi sempre con grande immaginazione e tanta voglia di essere occasione di aiuto per gli altri. Si definisce una dirigente, docente ed educatrice nell’anima e lo sarà per sempre.  Francesca Ghiribelli